Sulla base dei dati forniti dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che segnala come un paziente anziano su tre assuma dieci o più farmaci diversi al giorno, la SIMI, Società Italiana di Medicina Interna, richiama l’attenzione dei cittadini sul trattamento accanto alla malattia principale, assai spesso di natura cardiovascolare, delle comorbilità associate. E’ necessario limitare il più possibile nei pazienti anziani il ricorso alla politerapia con un invito ai medici di medicina generale che può essere sintetizzato con un termine anglosassone: deprescribing, cioè de-prescrivere. Per la sicurezza del paziente è meglio “una cabina di regia” centrale, che mette al riparo da una collezione di medicinali diversi prescritti da medici di varie specialità, magari non compatibili con le quotidiane terapie assunte dall’anziano. Fondamentale, quindi, è avere un medico di fiducia, che conosca il nostro stato di salute generale e nello stesso tempo sia in grado di vigilare sulle possibili controindicazioni e sui possibili effetti collaterali della politerapia.

Giuseppe Botta
Gruppo Sanità Informazione
Sena Civitas