Malattie cardiache e decadimento cognitivo
Quando si parla di malattie cerebrovascolari, è intuitivo pensare al ruolo che un’ischemia encefalica o i postumi di un’emorragia cerebrale hanno sulle capacità cognitive del soggetto, così come è intuitivo pensare che l’albero arterioso non tende a danneggiarsi per l’aterosclerosi in un’unica sede, ma questa può alterare il flusso di sangue nei diversi distretti dell’organismo. Quanto detto, giustifica e spiega come mai anche patologie apparentemente “lontane” dai processi ischemici possano influire sulla capacità cognitiva del soggetto che ne soffre, con conseguenti ripercussioni sul benessere globale dell’individuo. Un recente documento scientifico sotto forma di “position paper”, frutto del lavoro di una commissione dell’American Heart Association, mette in luce proprio le connessioni tra malattie cardiache, sia aritmiche che degenerative, oltre che ischemiche, e la salute del cervello, puntando molto l’attenzione sulla prevenzione cardiovascolare.
Quindi, care amiche e cari amici, che leggete queste poche righe, fate molta attenzione da giovani alla prevenzione, eliminando il fumo di tabacco (nicotina) e scegliendo con cura l’alimentazione (colesterolo), perché si potrebbe incorrere nell’età più avanzata al decadimento cognitivo, che porta nelle sue fasi più estreme alla demenza senile.
Giuseppe Botta
Gruppo Sanità Informazione
Sena Civitas