Discorso del consigliere Chiara Parri nella seduta del Consiglio Comunale di Siena, convocato in seduta straordinaria alle ore 9 di venerdì 26 gennaio 2024 per celebrare il “Giorno della Memoria 2024” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
<<Oggi ci riuniamo per commemorare il Giorno della Memoria, un’occasione solenne in cui riflettiamo sull’orrore dell’Olocausto e rendiamo omaggio alle vittime di questa tragedia inimmaginabile. È nostro dovere mantenere viva la memoria di coloro che hanno sofferto e perso la vita durante questo periodo buio della storia umana. L’Olocausto rimane uno dei capitoli più oscuri e deprimenti della nostra storia. Ci ricorda le conseguenze devastanti dell’odio, della discriminazione e dell’indifferenza. È essenziale che continuiamo a onorare la memoria di coloro che sono stati colpiti da questa tragedia, senza che però questo diventi mero esercizio di stile, affinché il mondo non dimentichi.
Dobbiamo infatti impegnarci a insegnare alle generazioni future la storia dell’Olocausto, affinché possano comprendere le atrocità che l’essere umano è capace di commettere quando permettiamo che l’odio prenda il sopravvento. È solo attraverso l’istruzione e la comprensione che possiamo sperare di prevenire che simili tragedie si ripetano e per fare questo è necessario che ognuno di noi si impegni affinché non venga attenuato il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa – degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere – pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa.
Il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, il conformismo e l’indifferenza. Poche e isolate furono le voci e le figure illuminate che parlarono per condannare il razzismo e la sua letale deriva.
La storia dell’uomo da sempre è segnata da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Ma mai nessuno Stato aveva deciso e annunciato di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale.
Era il 2016 quando, insieme a migliaia di ragazzi della mia età, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, ho visitato il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Di questa esperienza mi vengono subito alla mente 2 particolari: il primo era il silenzio. Eravamo migliaia, ma si riusciva a distinguere nitidamente il rumore di ogni singolo passo che strideva sulla ghiaia. Era il silenzio del rispetto, il silenzio dello sgomento, il silenzio dell’anima, del sentirsi responsabili e del voler essere migliori.
L’altro aspetto che mi ricordo nitidamente di quel campo era il proprio essere così diabolicamente perfetto: organizzato come una cittadella efficiente, con le sue vie così mostruosamente in ordine da apparire ad un primo sguardo “normali”, avevano perfino i numeri delle palazzine e i lampioni.
Era stato tutto progettato nei minimi dettagli, così premeditato da sembrare evitabile.
E noi eravamo lì per ricordare, come oggi ricordiamo le vittime della Shoah, ma anche per impegnarci a costruire un mondo che combatte ogni forma di discriminazione e intolleranza nella nostra società. Siamo qui oggi per lavorare insieme per costruire realtà in cui l’uguaglianza, il rispetto e la comprensione siano i valori fondamentali su cui si basa la nostra convivenza perché il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, doveroso e partecipe, delle vittime e delle disumane sofferenze loro inflitte, ma deve esprimersi con l’impegno per dire mai più a razzismo, violenza, sopraffazione e guerra.>>
Chiara Parri